La riflessione e lo studio che si sono sviluppati intorno a quella che impropriamente viene chiamata 'fondazione unica' riguarda, nel complesso, una nuova organizzazione delle strutture e degli strumenti cittadini di produzione della cultura, di organizzazione degli eventi, di tutela e valorizzazione dei beni culturali e di accoglienza e promozione del turismo.
Il ragionamento deve quindi essere visto come un progetto complessivo di carattere strategico e di ampio respiro e non come una ristrutturazione aziendalistica di cui non vi è stretta necessità , almeno nel breve periodo. Come noto, infatti, i soggetti potenzialmente interessati non hanno particolari problemi economici essendo ben gestiti sia sotto il profilo culturale che gestionale. L'operazione tende viceversa ad un ampio rilancio prospettico delle attività in una visione unitaria e sistemica della città come città della cultura, degli eventi e di un prodotto turistico consapevole e mirato, fatto non solo di bellezze storiche e artistiche, ma di un'offerta turistica che combini insieme beni materiali e immateriali.
Ampliare e rafforzare l'attuale offerta culturale e attrattiva, valorizzando sistema museale, sistema delle biblioteche e degli archivi pubblici e privati, oltre a quanto già esistente. In una prima fase l'operazione non può che essere strettamente dell'amministrazione, in quanto tutti i soggetti interessati sono di proprietà pubblica. In prospettiva potranno naturalmente essere esaminati ulteriori ingressi di soggetti sia pubblici che privati interessati alla questione. È l'attuale sistema che, fatto di enti pubblici quali l'Azienda Teatro del Giglio (caso unico in Italia), rende a priori impossibile ogni intervento esterno.
Non si nasconde -ed anzi si può sottolineare- che ovviamente una tendenziale unificazione di soggetti possa anche comportare risparmi ed economie di scala, migliore utilizzo delle risorse, nonché possibili compensazioni tra settori di attività , specialmente in un'ottica di medio-lungo periodo, dove appare difficile pensare ad incrementi di risorse pubbliche. In questo contesto i lavoratori interessati dovranno trovare non solo maggiori certezze di quanto sia oggi, ma anche prospettive interne più interessanti, fermo restando ovviamente le proprie specificità e professionalità , che in un soggetto più ampio non potranno che essere valorizzate. In altri termini, fossi un lavoratore di un teatro o di altro ente mi sentirei più sicuro all'interno di un sistema ampio e diversificato. Saranno il contributo dei lavoratori e le professionalità già presenti che garantiranno la riuscita del progetto.
È peraltro singolare che al tempo stesso si critichi l'attuale situazione e ogni possibile cambiamento. Si tratta di un percorso non breve che dovrà al tempo stesso difendere le singole peculiarità e particolarità delle attività e insieme integrarle e rafforzarle in una visione unitaria. Il nuovo soggetto sarebbe ovviamente anche più forte nelle politiche di raccolta fondi nonché con tutti gli interlocutori esterni.
E' un progetto complesso, progressivo e dall'esito non scontato che chiede l'esame di molteplici discipline, a cominciare dalle norme in materia di partecipate pubbliche, di art bonus, di teatri di tradizione, di leggi sul turismo e cosi via. D'altra parte deve essere chiaro che nell'attuale situazione gli equilibri di bilancio non potranno permettere di volare molto più in alto di quanto non si faccia già con mille vincoli. A nessuno sfuggono le criticità possibili che dovranno passo passo essere gestite. L'unica paura da avere è, come noto, la paura stessa, quella che non fa essere prudenti ma che paralizza tutto. Come si è soliti dire, o si guarda il dito o si guarda il cielo.