La città e il ruolo dei pubblici esercizi: tema, questo, che induce Fipe Lucca ad alcune riflessioni sull’argomento: “Negli ultimi tempi – si legge in una nota – abbiamo letto più volte sugli organi di informazione pezzi che parlano di Lucca come di una città triste, vuota, sonnacchiosa, chiusa. Con un elenco di attività chiuse per ferie o per trasferimento o per semplice cessazione attività.
Per carità, ognuno scriva ciò che crede giusto, ma decidiamoci però: le attività commerciali sbagliano se stanno troppo aperte, perché danno noia e creano rumore ed affollamento; sbagliano se chiudono per ferie e hanno responsabilità se la città senza di loro è spenta, ma non hanno mai meriti quando invece è illuminata e vissuta. I commercianti devono chiudere la domenica perché la famiglia è più importante del negozio, però non possono fare una settimana di ferie in bassa stagione, anche se forse sarà l'unica che fanno da qui fino a novembre prossimo”.
“Forse - prosegue la nota Fipe - ci si rende conto che con le attività commerciali (e specialmente di somministrazione) chiuse mancano i servizi ai cittadini e ai turisti? Mancano i bagni pubblici? Mancano punti dove andare a chiedere una informazione turistica? Manca la luce accesa la sera? Mancano persone a cui poter chiedere aiuto?”.
“Ecco - insiste la nota -, questo è possibile, tutti quei compiti e quei servizi che vengono svolti abitualmente con l'unico scopo di dare un servizio, ma che in realtà spetterebbero ad altri.
Da sempre poniamo sui tavoli questo tema, ma come si usa dire, ti accorgi dell'importanza delle persone e delle cose solo quando non ce l'hai più”.
“Allora - termina Fipe - prima che attività chiudano, prima che Lucca venga invasa da punti di smercio alimentare stagionali, cerchiamo di pensare a cosa chiedono le vere attività di somministrazione fissa e a cosa le stesse offrono. Forse meriterebbe sostenere questo comparto, creando le condizioni perché sia possibile e sostenibile coprire con i loro servizi anche questo momento più calmo di affluenza turistica”.